Supplica e fiducia nella bontà di Dio: due spiritualità differenti affidate alla genialità di Mendelssohn

Ancora Felix  Mendelssohn, con la sua straordinaria capacità di consegnarci piccoli scrigni  che contengono momenti cruciali della spiritualità del credente. Il compositore non svela subito la ricchezza del  contenuto,   dischiude il contenitore affidando al solista  primi accenni, quasi una “chiave d’ingresso”  per aprire  il cofanetto  musicale, che poi si rivelerà  di grande equilibrio formale.

In questi due brani  risuona particolarmente interessante  il dialogo tra solista e coro. Il solista enuncia  con intensità, in apertura, il sentimento  che guiderà  tutto il brano, poi instaura un dialogo con il coro che riprende, sottolinea  e fa propria la preghiera del solista, come se si trattasse della comunità dei credenti che  fa  “coro” al dolore o alla gioia del singolo: “non sei solo in questa preghiera” sembra dirci  Mendelssohn  attraverso il coro.

In “Lass, o Herr” – op. 96 n. 1 lo stato d’animo centrale  è quello di un apparente sconforto, un supplica  che rasenta la sfiducia, sottolineata da  armonie spesso amare e confliggenti. Solo l’intervento del coro e la sua dimensione comunitaria offre qualche mitigazione

 

LASS, O HERR – op. 96 n. 1

Laß, o Herr, mich Hülfe finden,
neig’ dich gnädig meinem Fleh’n .
Willst gedenken du der Sünden,
nimmermehr kann ich besteh’n?
Soll mein Sorgen ewig dauern,
sollen Feinde spotten mein?
Schwach und hülflos soll ich
trauern
und von dir vergessen sein?

LASCIA O SIGNORE

Lascia , o Signore, che trovi aiuto,
volgiti favorevole alla mia supplica
Se vuoi ricordare i peccati
non potrò salvarmi
Devono le mie colpe rimanere per sempre?
I miei nemici mi devono schernire?
Debole e privo di difesa
devo piangere ed essere dimenticato da te?

 

Di tutt’altro colore è “Herr, wir trau’n” – op. 96 n. 3: qui emerge fin da subito un tema solare  e fiducioso: è proprio il solista a proclamare senza indugio  la fede nella bontà di Dio.  Il brano si snoda con un elegante dialogo tra solista e coro, che per un po’ ancora  conservano la loro autonomia espressiva, il solista  ad enunciare e il coro  a confermare, fino a quando la sintonia si fa stringente al punto che la frase melodica viene  condivisa  tra solista e coro, quando la gioia è così travolgente  che il singolo e la comunità non si distinguono più.

 

HERR, WIR TRAU’N – op. 96 n. 3

Herr, wir trau‘n auf deine Güte,
die uns rettet wunderbar,
singen dir mit frommem Liede,
danken freudig immerdar.

SIGNORE NOI CREDIAMO

Signore, crediamo nella tua bontà,
che ci salva meravigliosamente,
cantiamo a Te con devoto canto,
ringraziamo Te sempre con gioia.