“Missa Brevis Sancti Joannis de Deo” di F. Joseph Haydn

In programma  il 19 novembre alla S. Messa delle 11.30 in S. Vittore  a Rho.
Pueri Cantores – Orchestra Giulio Rusconi
Michele Santoro organo
Andrea Perugini direttore

F.J. Haydn (Rohrau, 31 marzo 1732 – Vienna, 31 maggio 1809)

Comporre  una Messa per coro e strumenti, che fosse breve, quindi eseguibile anche in momenti  liturgici limitati, che fosse però comprensibile  nei testi, che preservasse  la capacità espressiva legata ai vari momenti della Messa: questa la sfida che  Haydn ha affrontato e vinto con questa composizione.

Haydn ci sorprende con l’espediente  di musicare simultaneamente  ( affindadoli alle diverse voci)  frammenti diversi del testo.
L’impostazione di diversi passaggi assegnati alle diverse parti, sentiti contemporaneamente, rende  giustizia alla liturgia (il cui testo viene integralmente espresso )  ma preserva la brevità della composizione.

La Messa  è stata utilizzata  anche a Salisburgo dove la compressione testuale è stata considerata “inaccettabile”, quindi il fratello del compositore, Michael Haydn ha ampliato il Gloria.  Poche esecuzioni, tuttavia, si avvalgono di questa espansione.

Fu composta  intorno al 1775 per ordine dei Fratelli Hospitallers a Eisenstadt, il cui santo patrono era Giovanni di Dio (da qui il nome dato alla composizione).

Dotato di grande fede, Haydn prima di  cimentarsi  ad una nuova composizione ringraziava Dio per l’ispirazione che gli avrebbe dato e  dedicava a Lui  il suo talento artistico. Anche in questa Messa  in vari momenti  si respira questa profondità ideativa, come in alcune pagine lente del Credo o nell’Agnus Dei.
Haydn stesso suonò l’organo nella prima esecuzione.

Nel Sanctus, ampia è la stesura del Benedictus, in cui l’organo è strumento obbligato, a sostegno di una cantabile e delicata aria per soprano.

Degno di rilievo è il Credo che è strutturato in tre parti, il centro formato da un Adagio per la nascita, la sofferenza e la morte di Gesù, eseguito dal coro per lo più in omofonia (cioè movimenti ritmici uguali in tutte le voci)  accompagnato da accordi spezzati nei violini e ripetizione nei bassi. La terza sezione riprende  a tratti la musica del Gloria , creando così una continuità espressiva

Ma la parte   più singolare di questa  Messa è il finale: l ‘”Agnus Dei” e il “Dona nobis pacem” invece di esser composti nel modello più comune , cioè Adagio/Allegro, mantengono il medesimo tempo lento per tutta la durata, si distinguono invece per il carattere forte e drammatico dell’Agnus Dei  in opposizione al delicato e momorato “Dona  nobis pacem” e chiudono, a sorpresa,  con un  mistico “perdendosi” al posto dell’usuale “strepitosissimo”.